Mese: febbraio 2017

Ti vorrei parlare…

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Ti vorrei parlare dei desideri delle fanciulle, dei loro prati, delle loro selvagge giacenze e di come toccano le corde dell’amore con mani così silenziose che neppure Amore si sveglia

Brano tratto da “L’anima innamorata” di Alda Merini

 

Artemisia (disambigua)

Le donne sono forti e la forza di Artemisia la si comprende prontamente nel suo dipinto successivo, fra i più famosi, “Giuditta che decapita Oloferne” (1612-13), dove la violenza subita dall’artista prende forza e rivalsa in maniera impressionante. Giochi di luce e ombra fanno risaltare la violenza subita in ogni particolare, dai drappeggi degli abiti femminili, al sangue di Oloferne (o forse di Agostino) che imbratta le lenzuola bianche.

Bambole Spettinate Diavole del Focolare

Artemisia.

Pianta erbacea, proveniente dalla Cina, ha acquistato popolarità negli ultimi anni per le sue proprietà medicinali. I cinesi la utilizzano da sempre come rimedio in caso di febbre; ha proprietà digestive e viene utilizzata per combattere la malaria. Oggi viene studiata come principio attivo anticancro. Si tratta comunque di una ricerca preliminare: l’istituto Nazionale dei Tumori di Milano cita: “non esistono studi clinici validi che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di questi preparati nell’essere umano”.

Questo il sunto dei principali articoli che si presentano al lettore in prima pagina digitando sui motori di ricerca la parola “Artemisia”.

Ma Artemisia chi era costei?

Artemisia Gentileschi è la pittrice della violenza al femminile, il colore rosa del caravaggismo; è l’archetipo del femminismo datato 1600: donna libera e determinata.

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Antonia Pozzi, la Emily Dickinson italiana

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Il dramma umano di Antonia Pozzi ebbe come sfondo Milano, dove nacque il 13 febbraio 1912.

Figlia di Roberto, importante avvocato milanese, e della contessa Lina Cavagna Sangiuliani, nipote di Tommaso Grossi, Antonia scrive le prime poesie ancora adolescente. Studia nel liceo classico Manzoni di Milano, dove vive con il suo professor di latino e grecoAntonio Maria Cervi, una relazione che, a causa dei pesanti ostacoli frapposti dalla famiglia Pozzi, verrà interrotta da Cervi nel 1933.

Nel 1930 si iscrive alla facoltà di filologia dell’Università statale di Milano, frequentando coetanei quali Vittorio Sereni, suo amico fraterno, Enzo Paci, Remo Cantoni, e segue le lezioni del germanista Vincenzo Errante e del docente di estetica Antonio Banfi, con il quale si laurea nel 1935 discutendo una tesi su Gustave Flaubert.

Tiene un diario e scrive lettere che manifestano i suoi tanti interessi culturali, coltiva la fotografia, ama le lunghe escursioni in bicicletta, progetta un romanzo storico sulla Lombardia, studia il tedesco, il francese, l’inglese, viaggia, pur brevemente, oltre che in Italia, in Francia, Austria, Germania e Inghilterra.  (altro…)