Simone nasce all’inizio del rivoluzionario XX secolo, il 9 gennaio del 1908, nella Parigi della Belle Époque. A lei non interessa “un buon partito”: vuole decidere del proprio futuro, senza se e senza ma. Adora studiare (purtroppo, come direbbe papà Georges). Se fosse stata un maschio, sul suo amore per il sapere si sarebbe potuto investire. Ma che destino avrà una figlia bruttina e cervellona, visto che non c’è una gran dote ad allettare i pretendenti? E che pretende di fare la scrittrice, per di più. Mon Dieu!
Gli inizi non sono facili. Simone i libri non li legge, li divora. E sta sveglia di notte a scrivere. Studentessa dotatissima, si iscrive a filosofia alla Sorbona e nel 1929 ottiene l’idoneità all’insegnamento superiore riservata ai migliori allievi. Vuole guadagnare per mantenersi e rendersi indipendente, perché questa è la base di tutto. È innamorata di Jacques, suo cugino, ma quando lui parte per il servizio militare il loro amore sembra non superare la lontananza. Simone si strugge, si confida con la sua amica di sempre Elisabeth “Zaza” che eserciterà grande influenza nella vita e nelle pagine di Simone, con i suoi problemi col fidanzato Maurice e con la madre borghese, capace di piegare ogni passione della figlia ai presunti valori di una famiglia bigotta e dispotica. Zaza muore giovane di crepacuore e Simone si sente in colpa perché negli ultimi tempi l’ha trascurata per frequentare un uomo che ha conosciuto all’università. Si chiama Jean-Paul Sartre. Già.
Quella di Simone e Jean-Paul è una storia lunga tutta una vita. Con Sartre, Simone condividerà, oltre al letto, il lavoro di scrittrice e l’impegno politico. Insieme frequenteranno i caffè della Rive Gauche, affollati da artisti e intellettuali, faranno viaggi importanti, vivranno relazioni aperte e appassionate, affronteranno la guerra e la separazione, per poi ritrovarsi e non lasciarsi mai più. Tra loro due c’è una complicità unica. Diventerà famoso il soprannome con cui lui la chiama affettuosamente: mon castor, il mio castoro. Era stato un amico ad affibbiarglielo: “Perché sei sempre operosa come un castoro, e castoro in inglese si dice beaver, che suona un po’ come il tuo cognome”.
L’amore con Jean-Paul non può essere certo convenzionale. Un rapporto che, per certi aspetti, scandalizza, ma attrae quella società che dopo la guerra avverte un gran bisogno di un cambiamento epocale.
Con altri intellettuali Jean-Paul e Simone prendono posizioni nette, in politica e nel sociale. Difendono il movimento indipendentista algerino, svelando gli orrori del colonialismo. Dialogano con Che Guevara e Fidel Castro, appoggiando la resistenza cubana, ma condannano la repressione della rivoluzione ungherese da parte dell’Urss.
Si schierano contro la guerra in Vietnam e a favore della rivolta studentesca del Maggio francese, per l’aborto e contro l’ayatollah Khomeini, per esempio. Sartre sarà così famoso che la sua personalità rischierà di schiacciare quella di Simone, considerata a volte solo la sua compagna. Invece lei aveva ben presente da sempre che tipo di donna voleva diventare.