
Non credo affatto che l’autrice volesse dare questa impressione di lei, ovvero, l’immagine di una persona che non riesce a gestire le cose come stanno, ma questo è il messaggio che mi è arrivato. Preferisco la machiavellica messinscena di Renée: non sarà corretto vivere una vita fingendo di essere qualcosa che non si è, ma almeno questo implica il prendersi la responsabilità delle proprie azioni.
Un romanzo delicato, come dicevo, all’interno del quale le vicende dei vari abitanti del palazzo di cui Renée è la portinaia, s’incontrano e si scontrano, creando una coralità, nella quale ogni personaggio riesce a ritagliare un proprio spazio, ognuno con le proprie stranezze, con le proprie abitudini, con le proprie meschinità… insomma uno spaccato di vita quotidiana, anche se spero che la vita non sia composta esclusivamente da persone quasi incapaci di guardare al di là del proprio naso 🙂
Capita per caso che le due protagoniste si incontrino, e inizino a vedere l’una la vera anima dell’altra. Comincia ad aprirsi una piccola crepa nella facciata di Renée, e Paloma comincia a considerare uno scenario alternativo al suicidio.
Il semplice e delicato equilibrio esistente nel palazzo viene sconvolto dall’arrivo di Monsieur Ozu, un distinto signore giapponese, che suscita subito l’ammirazione di Renée, peraltro appassionata di arte giapponese, e della giovane Paloma. Ozu riuscirà a vedere molto oltre la ben costruita facciata di Renée, avviando con lei una splendida amicizia…
Un libro indubbiamente ben scritto, ma devo dire che alcuni passaggi hanno rappresentato una bella sfida! Generalmente preferisco un ritmo più serrato, stavolta ho dovuto rallentare per venire a capo dei grandi argomenti filosofici messi in atto dalla Barbery. Proprio questo ha fatto sì che, pur ritenendo “L’eleganza del riccio” un buon romanzo, non abbia potuto amarlo nel vero senso della parola.
Una lettura consigliata dunque, ma non troppo leggera. Una bella trama, personaggi ben articolati, in qualche caso eccezionali, poesia quanto basta: una ricetta senz’altro vincente.