Mese: agosto 2018

Ricordando Goliarda Sapienza con una sua poesia…

 

 

 

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Goliarda Sapienza, il “discernere nel cadere”

Separare congiungere
spargere all’aria
racchiudere nel pugno
trattenere
fra le labbra il sapore
dividere
i secondi dai minuti
discernere nel cadere
della sera
questa sera da ieri
da domani

Le poesie di Goliarda Sapienza hanno aspettato più di sessant’anni per esser pubblicate: scritte quasi tutte negli anni ’50 solo nel 2013 hanno visto la luce. Le poesie, nell’opera e nella vita di Goliarda, sono state uno spartiacque, l’inizio di una riflessione intima dopo un evento traumatico: scritte quasi tutte insieme nell’arco di un anno, segnano la presa di coscienza del proprio destino letterario.

Perché non sono state considerate prima? È un storia lunga, forse non era tempo per il pubblico, ma era l’esatto tempo di scriverle per Goliarda. E nella tortuosa e avvincente, e alla fine vittoriosa, vicenda letteraria di Goliarda ciò che conta non è il pubblico, ma la sua intima essenza di scrittrice da assecondare giorno dopo giorno, fino alla fine dei suoi giorni: una fedeltà a un sé trovato ─ o ritrovato ─ e della gioia della scrittura.

L’arte della gioia, il suo romanzo più conosciuto, non è che la gioia di dedicare anni della propria vita alla scrittura. E questa poesia ne è la testimonianza: una poesia che può esser letta al contempo come manuale di scrittura e come manuale di vita. Un manuale così breve? Sì, perché Goliarda Sapienza è asciutta e precisa nella poesia, con l’uso di verbi all’infinito e pochi aggettivi a comporre testi di una rigorosità secca, una essenzialità scarna.

Come a dirci che la vita non è che tutta una separazione e un congiungimento, uno spargere all’aria, un donarsi, ma anche un cercare di tenere tutto con sé racchiuso in un pugno, e cercare di trattenere il più possibile, come il sapore sulle labbra prima che svanisca, e assistere al tempo che passa nei suoi secondi e nei suoi minuti, capire mentre si cade e centellinare il passare di questa sera da quella di ieri e da quella di domani.

Un invito a guardare in faccia al tempo e a ogni faccia che il tempo porta con sé, vivendone ogni separazione, ogni congiungimento, discernendo sempre così come il tempo fa.

Elsa Morante e le protagoniste dei suoi romanzi

Elsa-Morantemod

Il 18 agosto 1912 nasceva la scrittrice romana entrata nella storia della nostra letteratura. I suoi celebri romanzi ci fanno scoprire figure femminili che ancora oggi sono di grande attualità. Il 25 novembre 1985, in una clinica romana moriva Elsa Morante. Negli ultimi anni di vita aveva perso l’utilizzo delle gambe in seguito a un intervento chirurgico, circostanza che l’aveva spinta, nel 1983, a tentare il suicidio aprendo i rubinetti del gas.

Due anni più tardi, un nuovo passaggio in sala operatoria le è fatale: la grande scrittrice muore all’età di 73 anni, due anni dopo aver pubblicato Aracoeli, ultimo dei quattro romanzi che erano valsi all’autrice un ruolo di primissimo piano nella storia della letteratura italiana.

Nata a Roma il 18 agosto 1912, iniziò a dedicarsi alla scrittura fin dall’adolescenza. I suoi scritti vennero presto notati dal critico Francesco Bruno, che la spinse a pubblicare i suoi scritti su diverse testate.

Terminato il liceo, andò a vivere da sola e si iscrisse alla facoltà di lettere, ma la precaria situazione finanziara la costrinse ad abbandonare l’università. Nel 1941 pubblicò la raccolta di racconti Il gioco segreto, il suo primo libro, e nello stesso anno sposa Alberto Moravia.

Il loro matrimonio durerà fino al 1941, anno in cui i due si allontanarono l’uno dall’altro. Nel frattempo, Elsa ha pubblicato i romanzi Menzogna e Sortilegio e L’isola di Arturo. Il romanzo successivo esce nel 1974, ed è quello della consacrazione definitiva: La storia.

Due anni più tardi cominciò la stesura di Aracoeli, purtroppo il suo declino fisico era ormai prossimo e di questo la stessa autrice ne era consapevole. Mi piace, perciò,  ri- scoprire assieme a voi altr*le figure femminili, che furono protagoniste dei suoi romanzi.

menzogna_e_sortilegio

La protagonista di Menzogna e sortilegio, il primo romanzo della Morante è Anna, narrata dalla voce della figlia Elisa. Anna, figlia di un nobile decaduto, si innamora perdutamente del proprio cugino, ma ignora l’amore del marito Francesco, che a sua volta, decide quindi di consolarsi con la prostituta Rosaria. Il romanzo è basato tutto sulle atmosfere e sulle sensazioni che nascono da questi triangoli incrociati, alimentati da sogni folli e impossibili, che possono condurre solo a un fallimento sociale e sentimentale.

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Ne L’isola di Arturo, il personaggio femminile più importante è Nunziata. Il padre del protagonista Arturo la prende in moglie anni dopo la morte della prima moglie. Tra Arturo e Nunziata passano pochi anni di età, e questo dà vita a una tensione irrisolvibile fatta di affetti taciuti e soffocati. Pur non essendo protagonista, Nunziata si rivela un personaggio fondamentale nel percorso di crescita del protagonista, che solo col tempo riuscirà a comprendere l’ambiguità dei sentimenti che prova per la matrigna.

la_storia

Ida Ramundo è la protagonista femminile del capolavoro di Elsa Morante, La storia…È una maestra di scuola elementare timida e sottomessa, fragile, trasandata. Di origini ebree, vedova e madre del figlio Nino, rimane incinta dopo essere stata violentata da un soldato tedesco (il romanzo è ambientato nella Roma della Seconda guerra mondiale). La storia segue le vicende di Ida e dei suoi figli dal 1941 al 1947: un’epoca che lascerà un segno indelebile sulla salute della donna, costretta non solo a sopportare la difficile situazione famigliare, ma anche a celare le sue origini ebree per sfuggire ai rastrellamenti di nazisti e fascisti.

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Aracoeli non è solo il titolo del quarto e ultimo romanzo della Morante, ma anche il nome della protagonista, madre di un omosessuale, Vittorio Emanuele. Quando apriamo il libro, Aracoeli è morta e Vittorio Emanuele è un quarantenne insoddisfatto della propria vita che decide di indagare e ripercorrere la storia della sua famiglia per capire meglio la personalità della madre, rievocando un rapporto esclusivo e a tratti asfissiante.

*****

Quattro romanzi in una vita, due raccolte di poesie, due racconti. La Morante non ha mai voluto lasciarsi condizionare dal tempo, che detestava. L’unica cosa che le faceva davvero orrore era la vecchiaia, doversi ritrovare lei — eterna ragazza — nel corpo sformato e raggrinzito di una vecchia. Ma sapeva che le parole, loro, sono sempre adolescenti. E che i suoi libri non sarebbero invecchiati mai.

“Io sono quella” di Mary Oliver

Schloe

ILLUSTRAZIONE DI CHRISTIAN SCHLOE

Io sono quella
Che prese la tua mano
Quando me la offristi.

Io sono la promessa di un vuoto
Che si rivolta.
Anche gli alberi sorridevano.

Io ero sempre l’uccello
Che volava via tra i rami.
Ora

Sono la gatta
Con le piume
In bocca

(da Uccello rosso, 2008)

.Questi versi fanno parte di una suite intitolata “Undici versioni della stessa poesia”. Quindi sapere che le altre hanno titoli quali “Sono perduta?”, “Non voglio vivere una piccola vita”, “Tu c’eri, ed era come primavera”, “Dove sei?” fornisce una chiara chiave di lettura: la poetessa statunitense Mary Oliver aveva l’amore e l’ha perduto – questo è lontano, ha “una vita cortese e intelligente”, e un’anima “della quale mi curo più della mia”, e quello è il suo “grande dono”.

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  Mary Oliver (Maple Heights, Ohio, 1935), poetessa statunitense,    vincitrice del National Book Awards 1992 e del Premio Pulitzer 1984, è autrice di 32 raccolte poetiche e di quattro saggi sulla poesia. Il New York Times l’ha definita “Di gran lunga, la poetessa di questo paese che ha venduto di più”.