Mese: gennaio 2019

Ildegarda di Bingen, la Santa che per prima scoprì la sessualità femminile

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La prima volta che ho sentito parlare di Ildegarda di Bingen é stato durante un corso di filosofia medioevale all’Università che non era interamente dedicato al suo pensiero, anzi.

Ricordo comunque che mi era rimasta impressa, perché, in generale, nei manuali di storia della filosofia non è facilissimo trovare nomi femminili, e certamente non mi aspettavo di trovarne uno in un libro di filosofia medievale. Una volta finito l’esame sapevo che Ildegarda era una monaca, che nella sua vita aveva avuto molte visioni, e che aveva scritto alcuni testi sulla musica e l’armonia tra l’uomo e il cosmo. Non sapevo però che fu una delle prime donne a parlare di sessualità e orgasmo femminile, in un ambiente, quello ecclesiastico, e in un’epoca, quella medievale, in cui farlo era a dir poco impensabile.

Ildegarda nasce durante il periodo delle crociate, nel 1098, a Bermersheim vor der Höhe, in Germania. È l’ultima di dieci fratelli e fin da piccola mostra di essere speciale: particolarmente intelligente e acuta, ma anche fragile. A soli cinque anni inizia ad avere delle visioni. Per via di queste sue caratteristiche i genitori decidono di affidarla alle cure e agli insegnamenti di una nobile tedesca, Jutta, che si era da poco ritirata in clausura nel monastero benedettino di Disibodenberg.

Già adolescente decide di prendere i voti e diventa una monaca benedettina. Ha un carattere socievole, sensibile e accogliente, e proprio per questo, quando Jutta muore le altre monache la eleggono badessa del convento. La sua vita trascorre in modo tranquillo per diversi anni, continua ad avere visioni ma non ne diffonde il contenuto. A 45 anni, però, entra in una fase di profonda crisi fisica e psichica e, durante una visione, Dio le suggerisce di scrivere e pubblicare ciò che vede. Così Idelgarda chiede il permesso al Papa, che glielo accorda, e inizia a scrivere. Va detto che, per quanto il medioevo sia stata un’epoca in cui i fenomeni mistici e le visioni erano molto diffuse, erano invece pochissime le visioni che venivano ritenute vere e ufficiali. Ildegarda viene creduta perché non è spinta da narcisismo: non si definisce mai e autonomamente “profetessa”, e soprattutto tace le sue visioni per molti anni.

Inizia  così a scrivere e si occupa di diverse discipline: di teologia, di medicina, di botanica. I suoi testi la rendono celebre e inizia a intrattenere rapporti epistolari con personaggi importanti, compreso l’imperatore Federico Barbarossa, con il quale non si fa problemi a parlare anche di politica. Proprio con Federico Barbarossa Ildegarda stringe un bel rapporto di amicizia, ma non si risparmia di criticarlo e attaccarlo quando lui pensa, in contrasto con l’allora Papa Alessandro III, di eleggere due antipapi.
Le seguaci di Ildegarda sono sempre di più, così lei decide di fondare un suo monastero, sulle colline di Rupertsberg. E in seguito ne fonderà un altro ancora. Trascorre la sua vecchiaia a scrivere e a istruire gli altri, senza mai perdere la tenacia e il desiderio di affermare le proprie idee, anche ponendosi in contrasto con il clero locale. Cosa che fa anche poco prima di morire, a 81 anni, un’età eccezionale per i tempi.

Tra i testi più celebri di Ildegarda ci sono lo Sci vias, il Liber Vitae Meritorum e il Liber Divinorum Operum. Insomma dei temi che trattava se ne é  già parlato, ma qual era esattamente la sua visione? Cosa molto strana per il Medioevo, Ildegarda, che aveva studiato molto Agostino e Dionigi l’Areopagita, non credeva in una separazione tra sapere e prassi, tra vita e fede. Per lei, questi due aspetti della vita erano con-fusi in un’unica dimensione. Per sapere qualcosa bisogna averne esperienza. Non solo, ma l’esperienza delle visioni, così dolorose da un punto di vista fisico, la portano a sviluppare una profonda – e ancor più inedita – attenzione nei confronti del corpo, in grado di “sentire”, e quindi veicolo fondamentale del sapere e della verità.

Nonostante lei stessa si descrivesse come un “debole essere femminile” la sua attenzione è rivolta soprattutto al corpo femminile e alle sue esperienze, fisiche e concrete, di cui nel Medioevo praticamente non si parlava: il ciclo mestruale e il modo in cui le fasi lunari lo influenzano, la maternità e il parto, ma soprattutto il piacere sessuale.

Ildegarda di Bingen è stata una delle prime donne in assoluto a fornire una descrizione dell’orgasmo femminile. Ma non si è fermata qui: parlava del sesso come di un atto meraviglioso, passionale e sublime. Scrive a questo proposito:

Quando una donna fa l’amore con un uomo, sentendo un senso di calore nel cervello che porta alla gioia dei sensi, comunica il gusto di quella delizia durante l’atto e stimola l’emissione del seme dell’uomo. E quando il seme è caduto nel suo luogo naturale, quell’impetuoso calore discende dal cervello della donna e attira il seme e lo trattiene, e presto gli organi sessuali della donna si contraggono e tutte quelle parti che sono pronte ad aprirsi durante il periodo mestruale adesso si chiudono, nello stesso modo in cui un uomo forte può tenere qualcosa stretto in un pugno.

Ha disegnato una mappa dell’universo, la cui forma è basata su quella della vagina:

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Non solo, ma si è anche dedicata all’analisi del corpo maschile, sempre paragonato all’universo, e della differenza tra piacere sessuale maschile e femminile:

Quando nel maschio si fa sentire l’impulso sessuale (libido), qualcosa comincia come a turbinare dentro di lui come un mulino, poiché i suoi fianchi sono come la fucina in cui il midollo invia il fuoco. Ma nella donna il piacere (delectatio) è paragonabile al sole, che con dolcezza, lievemente e con continuità imbeve la terra del suo calore, affinché produca i frutti, perché se la bruciasse in continuazione nuocerebbe ai frutti più che favorirne la nascita. Così nella donna il piacere con dolcezza, lievemente ma con continuità produce calore, affinché essa possa concepire e partorire, perché se bruciasse sempre per il piacere non sarebbe adatta a concepire e generare. Perciò, quando il piacere si manifesta nella donna, è più sottile che nell’uomo.

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Chiaramente stiamo parlando di una visione divina e mistica della sessualità. Eppure, mentre il suo pensiero ha sempre riscosso successo e incuriosito i lettori di ogni epoca, la chiesa a lungo ha preferito non parlare di questi scritti. Non a caso ci sono voluti secoli prima che la sua figura venisse canonizzata. Ildegarda di Bingen è diventata Santa solo nel 2012, grazie a Benedetto XVI. A riprova del fatto che le idee di una mente così aperta sono state considerate controverse fino a pochissimo tempo fa.

Fonti, risorse bibliografiche, siti

Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine (testo latino a fronte), a cura di Cristiani M. – Pereira M., Milano, Mondadori 2003

Peter Dronke, Donne e cultura nel Medioevo, Milano, Il Saggiatore 1986

“Sarà estate prima o poi” di Emily Dickinson

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Sarà estate – prima o poi.
Donne – con parasoli –
uomini a passeggio – con canne d’India –
E bambine – con bambole –

Coloreranno il paesaggio pallido –
come un luminoso mazzo di fiori –
per quanto sommerso di pario –
il paese si stenda – oggi –

I lillà – piegati da molti anni –
dondoleranno carichi di violetto –
le api – non disprezzeranno il motivo –
che i loro avi – cantarono –

La rosa selvatica – arrosserà lo stagno –
l’aster – sulla collina
detterà – la sua moda perenne –
e le genziane pasquali – crinoline –

finché l’estate ripiegherà il suo miracolo –
come una donna la gonna –
o i sacerdoti – ripongono i simboli –
quando il sacramento – è finito –