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Zuzanna Ginczancha da, Nota a margine, 1936

Zuzanna Ginczancha meglio conosciuta come Zuzanna Polina Ginzburg.

Polvere
non sono
e polvere
non tornerò.

Non sono scesa
dal cielo
e in cielo non salirò.

Sono io stessa il cielo
come solaio di vetro.

Sono io stessa la terra
come fertile terreno.

Non sono fuggita
da nessuna parte
e non ci
tornerò.

Oltre a me stessa non conosco altra distanza.

Nel gonfio polmone del vento
e nella calcificazione delle rocce
devo
me stessa
qui
dispersa
ritrovare.

Zuzanna Ginczanka, Nota a margine, 1936

Zuzanna Polina Ginzburg nasce a Kiev Ucraina nel 1917 da famiglia di origine ebrea.

Si trasferisce bambina con i suoi genitori in Polonia per sfuggire alla guerra civile russa.

Poetessa di talento, originale e dissacrante, affronta nella sua poetica temi riguardanti le libertà femminili senza falsi pudori ma nello stesso tempo con profondità e abilità poetica singolari che si ritrovano tutte, nel suo scritto la “Rivolta delle quindicenni” un vero e proprio inno delle giovani donne a vivere liberamente la propria sessualità.

Arrestata, imprigionata, torturata e fucilata dai nazisti muore a Cracovia nel gennaio del 1945.
Importante ricordarla ora, che la guerra si sta trasformando in un conflitto globale

Fuori la guerra dalla Storia!
Se vuoi la pace, prepara la pace.

Serena Pasqua!

Si avvicina la Pasqua e come di consuetudine sono qui a farvi i miei auguri con una poesia di Gianni Rodari.

L’uovo di Pasqua di Gianni Rodari.

Dall’uovo di Pasqua è
uscito un pulcino di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto:
“Vado mi metto
in viaggio e porto a tutti
un gran messaggio!”
E svolazzando di qua e di là,
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri, nel cielo e per terra:
Viva la pace, abbasso la guerra.

Auguri a tutti/e Voi che mi seguite🌿

Bertha von Suttner, l’ispiratrice del Nobel per la pace.

Bertha von
Bertha von Suttner

Bertha von Suttner non solo fu la prima donna a essere insignita, nel 1905, del premio Nobel per la pace, ma ne fu anche l’ispiratrice.

Il suo operato nel campo del pacifismo non passò, infatti, inosservato all’amico e collaboratore Alfred Nobel, che la prese come punto di riferimento per la nascita di quel riconoscimento così prestigioso.

Nel 1885 la venticinquenne baronessa boema Bertha von Wchinitz sposa, contro il volere della famiglia, l’ingegnere von Suttner e decide di lasciare la propria patria che percepiva così duramente conservatrice.

Nel 1887 viene pubblicato il suo capolavoro “Giù le armi!” tradotto in oltre 20 lingue e divenuto uno dei libri più letti del XIX secolo. Il frutto più maturo di riflessioni e studi lunghi anni, di contatti epistolari con gli esponenti del pacifismo occidentale e di esperienze vissute durante la lontananza da casa.

Da qui in avanti l’attività di Bertha si intensifica sensibilmente: nel 1891 fonda la Società pacifista austriaca e nel 1899 consegna al mondo il suo attualissimo “L’era delle macchine” in cui, a discapito di un’Europa pienamente inserita nel clima positivista, denuncia la spinta sempre più violenta dei nazionalismi e la preoccupante corsa agli armamenti. E sarà lei, per prima, a istituire un sodalizio tra femminismo e pacifismo: le donne sarebbero più propense alle tematiche antimilitariste.

Dopo il Nobel Suttner assiste impotente al tracollo della situazione politica. Il precario equilibrio su cui si basava la pace europea si stava dissolvendo sotto il peso di quei pericoli che lei stessa aveva denunciato.

Nel 1912 esce la sua ultima opera, “L’imbarbarimento dell’aria”, nel quale auspica la creazione di un’unione degli stati europei, unico vero scudo contro la catastrofe dei conflitti armati.  

Bertha muore il 21 giugno 1914 e non vedrà consumarsi il dramma della Prima guerra mondiale. Un conflitto che aveva previsto e per il quale aveva fornito quelle soluzioni adottate solo decenni e milioni di vittime dopo.

“La pace è il più grande dei benefici, o meglio l’assenza della maggiore tra le sciagure”.
Bertha Von Suttner

Fonte: iStorica