
“Le donne si trovano dovunque a vivere in questa deplorevole condizione: per difendere la loro innocenza, eufemismo per ignoranza, le si tiene ben lontane dalla verità e si impone loro un carattere artificioso, prima ancora che le loro facoltà intellettive si siano fortificate. Fin dall’infanzia si insegna loro che la bellezza è lo scettro della donna e la mente quindi si modella sul corpo e si aggira nella sua gabbia dorata, contenta di adorarne la prigione. Gli uomini possono scegliere attività e occupazioni diverse che li tengono impegnati e concorrono inoltre a dare un carattere alla mente in formazione. Le donne invece costrette come sono di occuparsi di una cosa sola e a concentrarsi costantemente sulla parte più insignificante di se stesse, raramente riescono a guardare al di là di un successo di un’ora. Ma se il loro intelletto si emancipasse dalla schiavitù a cui le hanno ridotte l’orgoglio e la sensualità degli uomini, insieme al loro miope desiderio di potere immediato, simile a quello di dominio da parte dei tiranni, allora ci dovremmo sorprendere delle loro debolezze”.
“Istruite fin dall’infanzia che la bellezza è lo scettro della donna, il loro spirito prende la forma del loro corpo e viene chiuso in questo scrigno dorato, ed essa non fa che decorare la sua prigione “.
Mary Wollstonecraft da, “Rivendicazione dei diritti della donna”.
Mary Wollstonecraft, (Londra 1759 – Londra 1797) è stata la prima donna filosofa e scrittrice a porre con la “Rivendicazione dei diritti della donna”, un opuscolo pubblicato nel 1792, la questione dei diritti delle donne in maniera sistematica, precedendo di un secolo le lotte del femminismo in difesa e a sostegno di tali diritti.
Fu una donna libera, indipendente, madre single e poi moglie del filosofo William Godwin, precursore dell’anarchismo, vivranno in due case distinte, adiacenti.
Non ebbe però un’esistenza facile, la sua opera e lei stessa non ebbero mai molti riconoscimenti sino a quando non fu riscoperta dalle femministe del xx secolo (tra cui Virginia Woolf) che vedranno in lei una vera e propria pioniera nella rivendicazione dei diritti donne.
La sua vita sarà di breve durata poiché morirà di setticemia all’età di 37 anni dopo aver dato vita a Mary Shelley, futura autrice di Frankestein.
“Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse”.