Monica Vitti, ovvero la migliore di tutti, che ha fatto innamorare tutti. Vita, dolcezze e splendori dell’ultima mattatrice italiana.

Monica Vitti ci ha lasciato lo scorso 2 febbraio e ne scrivo solo oggi per una sorta di rispetto nei confronti di una grande donna oltre che di una straordinaria artista. Monica Vitti ha davvero lavorato con i più grandi, ha molto faticato, ma si è anche divertita. È stata la musa di Michelangelo Antonioni e una fantastica compagna di avventure di Alberto Sordi.
È stata amata molto in vita e celebrata, forse non abbastanza, anche per via della malattia neurodegenerativa che l’ha colpita e che non le ha forse permesso di lavorare e vincere ancora. Chissà la sua bellezza e il suo talento in eta’ matura quanto altro avrebbero potuto regalarci.
Ha vinto molto nella sua lunga vita: David di Donatello come migliore attrice protagonista (più altri quattro riconoscimenti speciali), 3 Nastri d’Argento, 12 Globi d’oro (di cui due alla carriera) e un Ciak d’oro alla carriera, un Leone d’oro alla carriera a Venezia, un Orso d’argento alla Berlinale, una Cocha de Plata a San Sebastián, una candidatura al premio BAFTA.
Una presenza bellissima ed anche un po’ buffa, una umanità e una verve straripante, una risata e una voce inconfondibile. Insomma una donna non convenzionale, in nessun aspetto, in tempi in cui essere altro, essere differenti, aveva il suo peso e caricava addosso maggiori responsabilità e giudizi.
Si racconta che l’incontro con Antonioni fece saltare tutti i suoi progetti matrimoniali con un fidanzato architetto. Diventando la musa di Michelangelo Antonioni iniziò la sua carriera, interpretando ruoli dedicati alle nevrosi di coppia e alle molte inquietudini della donna moderna. Dimostrò successivamente con Mario Monicelli, ne La Ragazza con la pistola, la sua grande attitudine alla comicità, una comicità elegante che le veniva incredibilmente naturale. Sdoganò prima di tutte, contro ogni stereotipo di genere, che si poteva essere belle, brave e anche di una ironia irresistibile. Mica male!
Le sue donne sono spesso eroine tragicomiche, svagate, nevrotiche, ma trovano una forma di riscatto nella propria autenticità. Una metafora anche della sua carriera, nella quale è riuscita a superare la diffidenza del pubblico per affermarsi come attrice popolare, dopo la tetralogia di Antonioni, che per un periodo la cristallizza nel ruolo di “musa dell’incomunicabilità”.
Una donna, insomma, fuori dal comune in molte cose, un animo complesso, anche nella sua scelta di non avere figli, che raccontò al grandissimo Enzo Tortora molti anni fa. “A 14 anni e mezzo ho deciso che non avrei mai avuto un figlio, perché lo ritengo una delle cose più difficili che possa fare una donna”.
Non era aristocratica, non aveva la pretesa di insegnare come si sta al mondo, era colta e popolare, due parole che sapeva tenere insieme. Prima di lei, le donne dovevano giocare sulle proprie imperfezioni. Poi è arrivata Monica e tutto è cambiato. Con i suoi occhi allegri, i suoi capelli arruffati, la sua voce inconfondibile.
Monica Vitti ha vissuto in modo straordinario e ha reso meravigliosa ogni cosa da lei sfiorata. È forse questa una delle cose più difficili per chiunque, donne e uomini. Un modo incredibilmente abile e generoso di darsi al mondo.
Proprio per questo, per molte, è difficile dirle addio. E anche per questo oggi ci fanno tanto male i capelli (cit.).
“Far ridere è stata sempre la mia ambizione, veder ridere, poi, vedere la gente felice, mi fa stare meglio. Scoprire di far ridere è stato come scoprire di essere figlia del re”.
Monica Vitti
Una donna straordinaria ♥️
"Mi piace""Mi piace"