
Quando trovo poesie che prendono ispirazione da un dipinto, resto affascinata: il connubio tra poesia e arte mi consente di valutare come un’altra persona interpreta i sentimenti e le sensazioni espresse dalla tela.
Il dipinto che vi propongo è del pittore statunitense Edward Hopper, Hotel Room, del 1931, esposto al Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
A dargli voce e forma di poesia è la filologa spagnola Josefa Parra (Jerez de la Frontera, 1965): la dolorosa tristezza di un’attesa vana e senza speranze, come spesso appare nelle opere di Edward Hopper.

Una triste piccola speranza di Josefa Parra
Se c’era ancora una promessa
tra me e te, un’offerta
prolungata, una luce laggiù
da poter seguire;
se restava la speranza
sebbene fosse una triste
piccola speranza;
se anche le tue labbra
mai hanno pronunciato
la parola mortale che io desideravo,
o qualcosa che le assomigliasse,
penso che ancora avrei trovato
una ragione per aspettarti.
E chissà se il commercio di carne
non fu, in qualche modo, una promessa?
(da Alcoba del agua, Quórum, 2002)