Micol Fontana era e rimarrà, nell’immaginario collettivo, la signora della moda italiana lasciando dietro di sé un capitolo fondamentale della storia italiana, quella che ha messo insieme, durante anni gloriosi, creatività, artigianalità, economia e prestigio internazionale.
Tutto cominciò con lei, con loro: Micol, Zoe e Giovanna Fontana, tre sorelle cresciute nella sartoria della mamma, a Traversetolo, in provincia di Parma, e a un certo punto fuggite via, per tentare la fortuna, nel cuore di un’Italia dilaniata dalla guerra, poverissima e desiderosa di riscatto.
Era il 1943 quanto le tre giovani sartine salirono su un treno, giocandosi il loro colpo di dadi. Direzione: Roma. Milano no. “Troppo businesslike”, diceva Micol. A Roma si respirava un’aria diversa, intrisa d’arte, storia, qualità manifatturiera. Iniziarono con niente: un piccolo spazio in affitto, mobilio sgangherato, un salvadanaio per gli spiccioli e in principio solo riparazioni: rammendare, pazientemente, nell’attesa di conquistarsi sufficiente fiducia e di poter investire nell’acquisto dei tessuti.

Le tre sorelle Fontana: da sx Zoe, Micol, Giovanna
La prima cliente importante fu Gioia Marconi, la figlia di Guglielmo Marconi. E poi via via, grazie al passaparola e a un innegabile talento, divennero delle habituè le dame dell’aristocrazia romana, le attrici di Cinecittà, le dive e le signore dell’alta società internazionale: da Jacqueline Kennedy a Grace di Monaco, da Elizabeth Taylor a Audrey Hepburn, da Ursula Andress a Ava Gardner, fino a una giovanissima Linda Christian, promessa sposa di Tyrone Power, a cui l’atelier Fontana confezionò l’abito di nozze nel 1949. Un successo esploso all’improvviso, dal nulla, come la più bella delle favole, tra la provincia minuta e il grande palcoscenico della Capitale.

Micol Fontana con Ava Gardner
Nel giro di pochi anni le sorelle Fontana incarnarono il mito del made in Italy, costruendone carattere e narrazione nel circuito della haute coture: nel loro atelier d’avanguardia ogni cosa nasceva dal lavoro manuale. Perizia tecnica, tessuti italiani di pregio, stile, maestria dei tagli e minuzia nel ricamo, classicità e sperimentazione.
Negli anni Cinquanta, quando il prêt-à-porter aveva già trovato terreno fertile fra le piazze francesi e americane, anche l’Italia si adeguava al nuovo trend: accanto all’alta moda, che sfornava confezioni di altissimo valore, rigorosamente su misura e indubbiamente costose, nascevano la Moda boutique e l’Alta Moda pronta.
Nulla, certamente, che potesse lasciare presagire il futuro boom industriale, le grandi catene fashion e i mercati globali: la dimensione era ancora quella della sartoria di classe, ma riuscendo a ridurre costi e tempi grazie a produzioni più veloci, piccole serie ispirate a pezzi unici, dettagli semplificati, tessuti più economici.
La moda usciva dai salotti dell’high society e conquistava anche la piccola e media borghesia. Le sorelle Fontana, manco a dirlo, in Italia, furono a capo di questa straordinaria rivoluzione.

1952 – Bozzetto per l’abito da sposa Donna Gioia Marconi Braga – Fondazione Micol Fontana, Roma
“Io credo che noi Italiani non sappiamo dare il valore che abbiamo nelle nostre mani”, diceva Micol in una video-intervista. “Il valore dell’artigianato italiano è unico”.
Lei, che nel 1994 aveva istituto la Fondazione che porta il suo nome, conservandovi cimeli, abiti, accessori d’epoca, e usandola come strumento di formazione per le nuove generazioni, difese per tutta la vita la meraviglia e la semplicità di una vocazione: ripartire dal talento, dalla spinta intuitiva, dalla misura dello stile, dal guizzo generoso che accende l’occhio e orienta le mani; ripartire dalla manifattura come radice nobile e orizzonte umile, alimentando l’urgenza d’innovazione. Ma sempre all’ombra di una tradizione monumentale, custodita con rispetto.
Jacqueline Kennedy, 1966
Così, Micol Fontana e le sue sorelle hanno conquistato il mondo, trasformando il proprio nome nel simbolo di un’eccellenza nazionale. Identità, internazionalità, sapienza artigianale e ricerca: una ricetta preziosa, un patrimonio immenso. Le fondamenta del made in Italy, per sempre incise nel volto luminoso e fiero della signora Micol.
L‘eleganza fatta di raffinatezza e di qualcosa di indefinibile, ma che si vede, si nota, si ammira, e che rende le donne più belle e più sicure. (Micol Fontana)