John Everett Millais “Ofelia”
Ofelia
nelle acque vitree, nella rete d’alghe,
prima di credere alfine alla semplice
verità: non ero amata.Maria Pawlikowska
(da Baci, 1926 – Traduzione di Krystyna Jaworska)
La poeta polacca Maria Pawlikowska eccelse nella miniatura lirica, nelle quartine epigrammatiche capaci come questa di colpire sul loro termine come una stilettata.
La storia di Ofelia è famosa: Amleto, per impedire la congiura ordita dal padre di lei Polonio, che utilizza l’ingenua fanciulla per i suoi scopi e far credere pazzo Amleto, dichiara di non averla mai amata e la offende, abbandonando poi la scena.
Ofelia non para il colpo : “E io, la più infelice e derelitta / delle donne, ch’ho assaporato il miele / degli armoniosi voti del suo cuore, / debbo mirare adesso, desolata, / questo sublime, nobile intelletto / risuonare d’un suono fesso, stridulo, / come una bella campana stonata”, anzi comincia a impazzire e affoga in un ruscello mentre coglie fiori per farne ghirlande.
Maria Pawlikowska-Jasnorzewska, nata Kossak (Cracovia, 24 novembre 1891 – Manchester, 9 luglio 1945),, poeta polacca. Autrice prolifica, denominata la “Saffo polacca”, fu la regina della scena poetica del suo paese durante il periodo tra le due guerre.