Giorno: 21 Maggio 2019

Sono io la tua sposa marina/ mio cuore capitano.

 

 

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Ho la parola amore per te
la lavo ogni mattino dal salmastro
la impasto col mio grano
la essicco dal suo molle
scortico via tutto il rosa
e sono io la tua sposa marina
mio cuore capitano.

Mariangela Gualtieri

Da questi versi  di Mariangela Gualtieri   é tratto il titolo di Sono io la tua sposa Marina”, che vuole essere  un viaggio a ritroso di  chi cerca di comprendere le scelte e i tempi del nostro passato recente, ma è anche uno sguardo coraggioso, audace e pieno di fondate speranze per le donne di oggi che, ereditando questo passato, hanno nelle proprie mani la possibilità di scommettere e scrivere il proprio futuro, con la stessa caparbietà e passione di chi le ha precedute.

 

Una casa a Viareggio, in via Leonardo da Vinci. Una casa di varie esistenze, quella in ogni stagione e quella delle vacanze. Una casa che racchiude molta storia, tante esistenze, una famiglia nel corso di un secolo capace di attraversare i grandi cambiamenti del nostro Paese e le piccole grandi sofferenze individuali, un intreccio di emozioni ed emancipazioni.

Parte proprio da questa città all’inizio del secolo la storia raccontata da Donatella Borghesi “Sono io la tua sposa marina”, un romanzo intenso, profondo e coinvolgente.

Protagoniste sono le donne di una famiglia che si susseguono di generazione in generazione legate dalla necessità di combattere le sfide di ogni giorno e di ogni epoca sia sul lato individuale che sociale.

La prima sposa, Marianna, è una delle mogli dei protagonisti della vicenda dell’Artiglio, l’ultima, la nipote di quest’ultima, è al centro della narrazione nelle vesti molteplici di nipote, figlia e, infine, madre e nonna.

La storia si svolge all’inizio a Viareggio, per spaziare in Bretagna con le vicissitudini dei palombari, e in seguito a Milano, dove Alberta, la nipote di Marianna, si forma e cresce. Qui negli anni caldi delle contestazioni sessantottine partecipa attivamente ai movimenti, in un percorso, spesso tortuoso, verso la consapevolezza di individuo e di donna.

La narrazione si dipana su assi temporali e spaziali altalenanti, contribuendo a tessere così la trama di una famiglia e di donne che, seppur diverse, hanno cercato tutte quante di vivere la propria consapevolezza in modo profondo.

La tragedia dell’Artiglio, il dottor Tobino e la cura dell’isteria femminile e delle altre patologie, i movimenti studenteschi, il femminismo sono i grandi eventi entro cui con grazia e decisione le donne di Donatella Borghesi crescono, camminano, amano, soffrono, gioiscono.

Alberta, il personaggio centrale, è  ben riuscito  e, al tempo stesso, altamente emozionale. La donna protagonista cerca di comprendere il passato dalle lettere del nonno e ci lascia con un messaggio di felice caparbietà affidato alla pronipote Carlotta.

Nel racconto di Donatella Borghesi si ritrovano le atmosfere delle grandi città in piena contestazione politica, acutizzate negli anni settanta cime la vicenda del giovane Zibecchi, ucciso in modo barbaro con un proiettile durante una manifestazione.

C’è pertanto una forte valenza universale nel lungo racconto di Donatella e, al contempo, una buona capacità introspettiva capace di rendere intimo per il lettore il percorso delle donne che costituiscono la sostanza di questa storia.

È un libro talvolta crudele per la capacità di andare a fondo nei rapporti interpersonali e familiari, ma è anche un libro altamente autentico, ad esempio, nella narrazione sana della maternità, come scelta consapevole capace di rinnovare nel profondo l’essere femminile.

L’autrice

Donatella Borghesi, nata da una famiglia viareggina, si divide tra Milano, Parigi e la Maremma. È madre di Camilla e nonna di Fosca.

Giornalista, ha maturato esperienza in diversi settori, dando profondi contributi alle riviste femminili, come Marie Claire.

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