La scrittrice Anaïs Nin è comunemente conosciuta come la penna più famosa della letteratura erotica moderna, ma fu soprattutto una vera esploratrice dell’animo umano. Infatti coltivò una profonda riflessione sull’umana condizione in tutte le sue sfaccettature e sfumature.
Trascurata dalla critica per tutta la vita, la sua fama è cresciuta in realtà dopo la sua morte, famosa soprattutto per i suoi “scandalosi” Diari che aveva cominciato a scrivere da bambina, a circa undici anni, per continuare poi tutta la vita.
Due volte sposata condusse una vita da bigama per circa venti anni, può essere considerata una delle donne che più ha contribuito a scrivere di sesso da un punto di vista femminile tanto da essere considerata, al pari della più famosa Lena Dunham, simbolo del femminismo, ma anche una donna terribilmente narcisista e fissata con il sesso.
Anaïs nasce a Neully, nei dintorni di Parigi, il 21 febbraio del 1903, figlia di Joaquin Nin, compositore e pianista cubano di origine catalana, e di Rosa Culmell, cantante, di origine franco-danese. Il padre abbandona la famiglia, per una donna più giovane, quando la scrittrice ha solo undici anni e proprio a quest’età ha inizio la passione per la scrittura della giovane Anaïs, incarnata dalla realizzazione di un diario basato su una lettera indirizzata al padre.
Nel 1923 sposò il banchiere Hugh Guiler con il quale si trasferì a Parigi, fu nella capitale francese che cominciò a scrivere, erano anni in cui la città era in fermento continuo, era il centro della cultura e non solo europea. Negli anni Venti Anaïs Nin comincia a scrivere di sessualità femminile.
Per raggiungere una più profonda comprensione di sé, la scrittrice decide di intraprendere un percorso di psicoanalisi con un allievo di Sigmund Freud, Otto Rank: con quest’ultimo intratterrà una relazione sentimentale e lavorativa.
La scrittrice aiutò il compagno a praticare la professione di psicoanalista, ma la collaborazione durò poco poiché sentiva di confondersi troppo con le sofferenze dei pazienti. Anaïs Nin perciò userà la letteratura come opera di auto-osservazione, con una forte impronta catartica, e scrivere di sesso diventa la strada verso la sanità piuttosto che la dissolutezza. Per la scrittrice la sessualità è complessa quasi quanto la sua opera di autoanalisi, che trascriverà sotto forma di diario.
Nel 1929 a Louvenciennes, nei pressi di Parigi, la scrittrice inizia la stesura del suo primo diario, prima parte di un’opera che sarebbe poi divenuta i Diari di Anaïs Nin. Essi riportano lunghi dialoghi, annotazioni, critiche, osservazioni, pensieri su argomenti più diversi e vari che spaziano dalla politica alla letteratura ai viaggi, oltre che sulle vicende personali. Anaïs scriveva ovunque, portava sempre con sé un diario per poter annotare ogni più piccolo dettaglio. Per avere la sua vita sotto braccio, come un talismano.
“Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d’oppio. È la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni”.
Nel 1931 viene dato alle stampe D.H. Lawrence. Uno studio non accademico, manoscritto che regalò alla Nin riconoscimento pubblico come scrittrice. Il saggio riporta un’affascinante analisi sull’autore de L’amante di Lady Chatterley e la sua opera più nota e apprezzata. Constance, protagonista del romanzo, e comune: sono entrambe intrappolate in un matrimonio tinto da toni medio borghesi che le ingabbiano in una sfera di noia e quotidianità. Lady Chatterley, sposata a un veterano tornato tetraplegico dalla guerra, troverà in un una relazione extraconiugale la vera felicità. Così come Anaïs, sposata ad un banchiere, intraprenderà diverse relazioni extraconiugali per combattere la monotonia e vivere una vita ricca e intensa.
“La vita ordinaria non mi interessa. Cerco solo i grandi momenti… Voglio essere una scrittrice che ricorda agli altri che questi momenti esistono”.
Il Primo Diario racconta gli anni dal 1931 al 1934, anni in cui conobbe ed ebbe una relazione con Henry Miller e sua moglie June Mansiefild: la sintonia che ebbe con lo scrittore fu intensa anche a livello professionale e collaborarono per diverso tempo alla stesura di racconti di stampo erotico commissionati da Il Collezionista, misteriosa figura di cui ancora oggi non si conosce la vera identità. Anaïs Nin scopre quindi di non avere remore e si racconta, scoprendo una nuova fonte di libertà nel raccontare il sesso e l’amore fisico.
Il 14 gennaio 1977 Anaïs Nin moriva di cancro a Los Angeles. Il Delta di Venere, vero e proprio emblema della letteratura erotica, verrà pubblicato postumo.
Anaïs Nin è una delle celebrità letterarie del Novecento, una specie di marchio, come Coco Chanel: un personaggio capace di costruirsi nella vita e nelle relazioni, prima che nei libri. Ma nei suoi diari, che si prestano a essere smembrati e a trasformarsi in aforismi e meme letterari, ci sono anche cose che prima di lei non esistevano e nessuna donna avrebbe mai osato raccontare… Come la descrizione di un aborto, avvenuto nell’agosto del 1940.
Il padre era il marito Hugh Guiler, ma Nin non se la sentì di dirlo al suo amante di allora, un tale Gonzalo, che l’avrebbe presa malissimo. Nel diario Nin descrive il dolore dell’operazione cui seguì l’incontro con un’altra donna in attesa di abortire a tre mesi, dall’altra parte di una tenda:
“Là sdraiata sussurrando del dolore, non avevo mai sentito una parentela così forte con una donna – una donna – proprio questa che non potevo vedere, o identificare, proprio lei che, come me, stava sdraiata in un lettino, imbottita della paura primitiva e da un oscuro senso di omicidio, o di colpa, e di un’iniqua lotta contro la natura – una lotta diseguale contro tutte le leggi fatte dall’uomo contro di noi, che mettono a repentaglio le nostre vite, e ci espongono a manovre di inesperti, per essere imbrogliate da un punto di vista economico e condannate da un punto di vista morale“.