Il fascino che si coglie nella figura di Jessie White Mario, donna di origine inglese che seguì Garibaldi nelle sue imprese per oltre vent’anni, apre una singolare finestra sui personaggi femminili del nostro Risorgimento, quasi sempre ignorati dai nostri libri di storia, ma che ricoprirono parte attiva nel corso degli eventi, offrendo un contributo assai generoso alla causa dell’Indipendenza Italiana.
Avrebbe voluto diventare medico, ma divenne giornalista: Jessie White Mario fu onnipresente sulla scena della lotta risorgimentale italiana, e antesignana del “reportage” sociale.
Studentessa a Londra, frequenta Emma Roberts, ricca vedova, amica di famiglia e legata sentimentalmente a Giuseppe Garibaldi. I suoi contatti con gli ambienti colti e democratici della capitale e il fascino esercitato su di lei dal pensiero liberale e nazionalista, la inducono a interessarsi sempre più dell’Italia. Nel settembre del 1854, con Emma a Parigi, su invito di Garibaldi , compie un viaggio a Nizza e in Sardegna, visita Caprera e, fortemente attratta dalla personalità del Generale, decide di restare in Italia e dedicarsi alle lotte per l’indipendenza di cui scrive come inviata del “Daily News”.
Durante la sua permanenza stringe amicizia con alcuni patrioti, tra i quali Carlo Pisacane e Agostino Bertani. Su incitamento di Mazzini , che incontra e frequenta a Londra, inizia la ricerca di denaro a sostegno delle iniziative patriottiche dell’esule per l’indipendenza dell’Italia, di cui parla nelle conferenze che tiene nelle principali città inglesi. Nel 1857 incontra ancora Mazzini, nascosto in casa del patriota veneto Alberto Mario, che diverrà poi suo marito. Cerca ancora denaro per la Spedizione di Sapri, alla quale partecipa come organizzatrice e anche attivamente nel corso del “dirottamento” della nave “Cagliari” che portò i “Trecento”a Sapri.
La spedizione, come ben si sa, si concluse con un fallimento e la morte di Pisacane, il quale in precedenza aveva consegnato a Jessie il suo diario e il suo testamento politico, quasi simbolico passaggio del testimone. Il 4 luglio 1857 tutti i cospiratori vennero arrestati, compresi la White e Alberto Mario.
Appena liberata, venne espulsa, e andò prima a Ginevra e poi a Londra. Alberto Mario la raggiunse a Gosport, presso la casa paterna, e qui la prese in moglie. I due formeranno una coppia molto unita sentimentalmente e liberale nei comportamenti: lei mazziniana, lui federalista! Alla fine del 1857 si recarono a trovare Mazzini in esilio a Londra e qui entrambi continuarono la loro “missione” a favore dell’indipendenza italiana. Nel 1860 Jessie e suo marito si imbarcarono da Genova tra i volontari che partivano per la Sicilia per raggiungere Garibaldi.
Alberto fu uno dei comandanti di Garibaldi mentre Jessie svolse il ruolo di infermiera. Durante la terza guerra di indipendenza, Jessie fu aggregata come infermiera al corpo di sanità garibaldino operando, tra l’altro, a Bezzecca e Mentana, nella guerra franco-prussiana. Dopo l’unificazione d’Italia (1861) si occupò dei problemi sociali italiani anticipando i nodi della Questione Meridionale, dalla pellagra nelle campagne, alla povertà a Napoli e alle solfatare in Sicilia.
Denunciò la miseria, le carenze sanitarie, l’analfabetismo, le terribili condizioni di lavoro in un’appassionata saggistica e giornalistica, firmando sui giornali italiani, inglesi e statunitensi. Scrisse, inoltre, le biografie di Garibaldi, Mazzini, Cattaneo, Nicotera. Nel febbraio 1879, Giosuè Carducci, criticando l’incuria verso gli stati sociali più deboli, scrisse che “la democrazia contava un solo scrittore ed era una donna: Jessie White Mario”.
In effetti la sua figura di donna e di intellettuale s’inquadra perfettamente nelle figure del giornalismo dell’epoca, teso a raccontare, attraverso l’occhio degli scrittori, i fatti del mondo, e forse quello della White, non a caso, è il periodo primordiale del reportage giornalistico che si svilupperà solo un secolo dopo con Capote e Hemingway.
La White morirà a Firenze nel 1906 e le sue ceneri riposano ora nel cimitero di Lendinara (Rovigo) accanto a quelle del marito Alberto Mario.
paola chirico