Il singolare cammino di Dora Lessing

“Pochi minuti dopo il risveglio, la terra del sogno è scomparsa, il suo sapore e la sua concretezza si sono prosciugati e sono rientrati nella vita ordinaria”.
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Doris Lessing, all’anagrafe Doris May Tayler (Kermanshah, 22 ottobre 1919 – Londra, 17 novembre 2013), è stata una scrittrice britannica. Ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2007 con la seguente motivazione: «cantrice dell’esperienza femminile che con scetticismo, passione e potere visionario ha messo sotto esame una civiltà divisa». Quando le venne comunicata la notizia dell’assegnazione del premio Nobel, Lessing stava tornando a casa dopo aver fatto la spesa. In una scena diventata poi molto famosa un giornalista le chiese se avesse saputo la notizia e quando le spiegò che aveva vinto il premio Nobel lei appoggiò le buste della spesa per terra e rispose: «Oh Cristo!». Nella sua carriera ha scritto più di 50 tra romanzi, saggi e raccolte di poesie.Il suo primo libro “L’Erba Canta” diventa un successo. Dopo aver raggiunto questo primo traguardo la sua vena creativa non si arresta e nel corso della sua vita pubblicherà più di cinquanta libri tra cui bisogna menzionare “Il taccuino d’oro“(1962) che è stato definito una bibbia del femminismo. Da leggere, per comprendere il singolare cammino introspettivo dell’autrice che, con un linguaggio raffinato e coinvolgente, penetra coraggiosamente negli abissi del proprio animo, analizzando nello stesso tempo le incertezze del periodo storico postbellico, le difficoltose e spesso ambigue relazioni tra le donne e l’apparentemente mutato rapporto tra uomini e donne. La sua spietata crudezza nel mettere in luce la futilità di oceani di parole fasulle che imprigionano quell’inquietudine esistenziale dell’uomo moderno scaraventano il lettore dentro il cuore di una donna della cui onestà letteraria, prerogativa dei suoi romanzi, è impossibile restare indifferenti.
Spesso al centro di numerose polemiche dovute alla sua personalità poco malleabile e tutt’altro che disposta a tener nascosto il proprio pensiero sull’ipocrisia della società. Le sue opere spaziano attraverso numerosi generi e toccano varie tematiche sociali, il suo infinito amore per i gatti, l’autobiografia e persino la fantascienza di cui si serve per indurre riflessioni sulle conseguenze della devastazione ambientale dell’uomo presentando scenari apocalittici di catastrofi naturali di cui stiamo cominciando a vederne gli effetti.14702333_1113479178706554_5969597520253489355_n
Donna ribelle che rigetta ogni etichetta pronti ad affibbiarle, trascorre la sua vita in tre continenti diversi e queste sue esperienze fluiscono nelle pagine dei suoi libri in cui si fondono con uno stile realistico e dettagliato, ma mai pretenzioso, la sua ironia spesso abrasiva e lo scetticismo nei confronti della stessa esistenza la cui decisione di viverla fino alla fine è quasi vista come una scelta eroica.
Così come Virginia Woolf, Jane Austen ed Emily Dickinson dedica la sua esistenza alla scrittura, sorta da un’attenta osservazione del mondo in cui la dimensione di ogni esistenza è strettamente connessa alle altre senza che venga minimamente contemplata la possibilità di sciogliere quell’indissolubile legame. I rapporti umani vengono descritti attraverso quelle azioni quotidiane, familiari a tutti noi, assurgendo a simbolo di un riparo o di una liberazione da vicende spesso segnate dal dolore, ma che da esso non si lasciano sconfiggere.
Personaggio indomabile e provocatorio, lotta per tutta la vita contro tutti coloro che vogliono a tutti i costi affibbiarle l’etichetta di “comunista” o di “femminista”. Rifiuta in particolar modo quest’ultima, così definendo i suoi sentimenti riguardo il femminismo e certi estremismi in quella difesa a spada tratta della donna, un essere complesso come ogni altro individuo di qualsiasi sesso: «A volte non mi piacciono le donne, non mi piace nessuna di noi a causa della nostra capacità di non-pensiero quando ci fa comodo. A volte scegliamo di non pensare quando stiamo raggiungendo la nostra felicità.»

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