Oggi, otto anni fa, gli Stati Uniti conferivano la Medaglia d’oro del Congresso per i diritti umani ad una donna straordinaria: Aung San Suu Kyi.

Nasce a Rangoon nel 1945, dopo aver perso il padre e seguito la madre nella sua carriera politica come Ambasciatrice della Birmania in India, studia all’Università di Oxford conseguendo la prestigiosa laurea in Filosofia, Scienze Politiche ed Economia. Nel 1988 ritorna in Birmania per stare vicino alla madre gravemente malata e prende coscienza della complicata situazione politica in cui vive il suo paese. Fortemente influenzata dai precetti di Gandhi, Suu Kyi, fonda la Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) e, violando un bando governativo che proibiva riunioni politiche superiori a quattro persone, tiene comizi in tutta la Bimania. Per questo viene messa agli arresti domiciliari e rifiuta di scendere a patti con il Governo che le offre la libertà solo a condizione che lasci il paese. Nonostante la sua detenzione, nel 1990, il suo partito vince le elezioni con più dell’ 80% dei seggi in Parlamento, risultato che la dittatura militare rifiuta di riconoscere, annullando il voto popolare.
La storia e la forza di Suu Kyi fanno eco in tutto il mondo, Stati Uniti e Unione Europea non mancano di fare pressioni al governo birmano per ottenere la sua liberazione, purtroppo Aung rimarrà agli arresti domiciliari fino al 13 novembre 2013.
La vita di Suu Kyi è un esempio più che una biografia da narrare
Nonostante i soprusi e gli avvenimenti drammatici che segnano il suo percorso, non prova senso di rivalsa, né di vendetta. Fonda la sua vita sul pensiero collettivo insegnandoci che l’umanità è un termine al singolare, perché è una sola entità, senza distinzione. Durante il suo discorso all’Università di Bologna, dove il 30 ottobre 2013 ha ricevuto la laurea honoris causa in filosofia assegnatale 13 anni prima, ci ricorda che il rancore ci mette in conflitto , ci divide e ci danneggia tutti.
La sua vita e la sua politica si costruiscono sullo stesso fondamento, quello dei diritti umani. Nulla può funzionare se si segue una linea basata solo su se stessi e le sue parole dovremmo farle nostre, perché il cambiamento si raggiunge nel quotidiano, insieme, nessuno escluso. É la volontà l’unica arma per evolvere e raggiungere gli obiettivi… e oggi Suu Kyi è Consigliere di Stato in Birmania.
Il percorso verso la democrazia nel suo paese è ancora lungo e incerto, ma per il momento le elezioni e la stampa sono libere, l’aria di cambiamento è reale…. La volontà ha vinto!