Giorno: 12 dicembre 2015

Come difenderci dagli attacchi verbali

 

Come facevano le nostre antenate  a difendersi dagli attacchi verbali lanciati da estranei, amici, mariti o dai figli? A quei tempi probabilmente la vita era meno convulsa, più tranquilla e penso non vi fosse la necessità di ricorrere a libri in tal senso… probabilmente si lasciavano andare al loro istinto e chissà che non avessero sempre colto nel segno.

E noi, oggi? Come siamo messe quando qualcuno ci assale verbalmente, cosa facciamo, come ci comportiamo…? Navigando nel web mi sono imbattuta in un libro che fa proprio al caso nostro.
Si tratta di un piccolo manuale dal titolo più che mai pertinente “Piccolo manuale di autodifesa verbale” di Barbara Berckhan utile soprattutto di questi tempi.

Quante volte siamo rimaste senza parole davanti a un inaspettato e violento attacco verbale lanciato da chicchessia… paralizzate, restiamo ferite, ma senza capacità di reazione; e le frasi ad effetto, quelle sicuramente più efficaci ci vengono alla mente quando è ormai troppo tardi e il “nemico” si è dato alla fuga! Oppure quando dinanzi a frasi arroganti e verbali reagiamo nel modo sbagliato, usando termini e toni che purtroppo andranno a delineare un solco, a volte incolmabile, fra noi e il nostro interlocutore, e magari minandone per sempre il rapporto.

Entrambe le situazioni sono innegabilmente fonte di stress (che le nostre amiche del passato non dovevano soffrirne!) da una parte causato dal sentirci incapaci di reagire, dall’altra dagli strascichi di una deleteria, quanto inutile discussione.

Personalmente, tanto per non farmi mancare mai nulla, io sono caduta ( e continuo nonostante tutto a cadere…) in tutti e due i trabocchetti, se presa alla sprovvista e se le frasi che mi vengono rivolte sono particolarmente cattive, vengo messa alle strette. Solamente più tardi la mia mente riesce a elaborare le migliori frasi, almeno per me, dall’effetto assicurato. Che rabbia non averle pensate prima… Altre volte, invece, reagisco in modo diretto e dico cose di cui poi mi pento, ma che restano indelebili nella testa e nel cuore di chi ascolta. E comunque questo genere di reazione non paga “mai”, unico risultato, anche se hai ragione, è quello di meritarti la classica frase: “Sei un’isterica!”.

Dopo questa premessa vengo al libro, un piccolo, interessante manuale scritto (e non a caso) da una donna , Barbara Berckhan, di origine tedesca ed esperta in pedagogia, psicologia e comunicazione, famosa in Germania come la “Signora della comunicazione”, che  da anni si dedica, come afferma lei stessa “a migliorare i rapporti tra le persone”. Il titolo originario, “Judo mit Worten“, ovvero “Judo con le parole”, sintetizza tutto il senso che è quello di descrivere le strategie “di difesa” con le quali arginare in modo efficace qualsiasi attacco verbale rendendolo completamente inoffensivo. Vincere senza scontro frontale non mi sembra poco…

Ma vediamo di andare avanti con la curiosità per questo “Piccolo manuale di autodifesa verbale”, che potrebbe, per certi versi, fare proprio al caso mio, non fosse altro che per prendere degli spunti! E potrebbe essere utile a qualcuna di voi che in questo momento mi sta leggendo

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Aspasia: il fascino sottile della cultura nella Grecia di Pericle

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Parlare di donne colte, intelligenti, filosofe dell’età antica non è facile: molte delle loro identità, infatti, si si sono perdute per sempre.

Di alcune di loro sopravvivono solo i nomi perché hanno avuto la fortuna (se di questo si può parlare) di essere state celebrate dagli autori che usavano raccogliere le storie e le biografie dei grandi uomini, all’ombra dei quali spesso queste donne vivevano quali mogli, compagne o amanti.

Tra queste é Aspasia, l’unica di cui la storia greca ci ha tramandato notizie attraverso Senofonte, Platone, Plutarco e Socrate.

Aspasia, pur non descritta come particolarmente bella, é capace di esercitare un fascino non comune su i suoi contemporanei. Socrate la definisce sua “maestra” e ne loda la saggezza e l’intuito politico. Cresciuta in un mondo che giudicava il valore di una donna sulla base del silenzio di cui sapeva circondarsi (“Delle donne bisogna parlar poco o nulla” diceva Pericle), Aspasia non corrisponde al modello tradizionale di femminilità classica: devota, silente, capace di accudire il marito e la famiglia.

Al contrario Aspasia é attiva insegnante in uno dei più famosi circoli intellettuali di Atene: cosa assai rara e difficile per una donna e per di più straniera!.

Nata a Mileto, in Asia Minore (odierna Turchia), nella prima metà del V secolo a. C., si trasferì ad Atene, dove sarebbe diventata la concubina esclusiva di Pericle, leader incontrastato della politica ateniese. A tal proposito si potrebbe essere istintivamente portati a concludere che Aspasia sia diventata famosa grazie al suo legame con il potere. Dello stesso avviso erano i poeti comici dell’epoca, quotidianamente impegnati a bacchettare la moralità di Aspasia che veniva apostrofata come “avida prostituta”. (altro…)